Como, il comasco e le pietre d’inciampo

Le Pietre d’inciampo” sono dei cubetti di pietra della dimensione di cm. 10x10x10, ricoperti da una lastra di ottone con incisi il nome del deportato, l’anno di nascita, la data, il campo di deportazione e la data di morte, se conosciuta. Le pietre, che vengono inserite nel selciato cittadino, sono state ideate dall’artista tedesco Gunter Demnig

Le Pietre d’inciampo ricordano e mantengono viva la memoria delle vittime dello sterminio nazista, qualunque sia stato il motivo della persecuzione: religione, razza, idee politiche, orientamenti sessuali. Decine di migliaia di pietre sono state già posate in tutta Europa e in varie città italiane in ricordo di ebrei, deportati politici, internati militari e civili.

Anche nel Comasco l’iniziativa è stata avviata.

Nel marzo 2019 il consiglio comunale di Como ha votato una mozione per la posa di una prima pietra d’inciampo davanti all’abitazione di Aldo Pacifici, deportato per motivi razziali e morto ad Auschwitz il 6 agosto 1944.

Altri comaschi sono deceduti nei Lager. Vittime dimenticate, ad eccezione dei lavoratori delle fabbriche commemorati il 6 marzo di ogni anno, in ricordo dello sciopero del 1944. Inoltre sono almeno 240 i militari della provincia morti in Germania, Polonia e Austria, 35 dei quali nati nel capoluogo, secondo gli elenchi di Onor caduti.

A Milano, con la posa di 23 pietre il 15 e 17 gennaio prossimi, si è raggiunto il numero di 90. Relativamente a queste cerimonie occorre segnalare che oltre alla pietra in ricordo di Corinna Corinaldi, ne verranno posate altre strettamente connesse con il nostro territorio.

E’ il caso di Giorgio Puecher Passavalli, notaio nato a Como il 14/5/1987, sfollato con la famiglia a Lambrugo dopo il bombardamento dell’abitazione di Milano, arrestato per rappresaglia il 15/2/1944, morto a Mauthausen il 7/4/1945. Padre di Giancarlo Puecher, prima medaglia d’oro della Resistenza, fucilato a Erba nel dicembre 1943.

Roberto Lepetit, industriale antifascista, nato a Lezza (Pontelambro) il 29/8/1906, arrestato nel suo ufficio a Milano il 29/9/1944, deceduto ad Ebensee il 4/5/1945.

Frieda Lehmann, nata a Genova il 2/10/1914. Nell’autunno del 1943 si rifugiò presso la famiglia Targetti di Cernobbio che dava assistenza a quanti progettavano l’espatrio, ma fu arrestata l’1/12/1943, incarcerata a Como, a Fossoli e deportata ad Auschwitz, dove probabilmente fu assassinata all’arrivo.

Pio Foà, nato a Milano il 6/6/1894, tentò di espatriare da Monte Olimpino, ma fu arrestato con i figli Enrica (8/5/1927) e Giorgio (15/2/1932). Detenuti a Milano furono deportati dal binario 21 il 6 dicembre 1943 e assassinati ad Auschwitz all’arrivo.

L’importanza del comasco che fu una delle principali vie di fuga verso la Svizzera non è stata ancora pienamente valorizzata ed è uno dei filoni di ricerca della nostra associazione.

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