Pietra d’inciampo per Corinna Corinaldi e incontro con Lella Polacco

Il giorno 15 gennaio, alle ore 10,15, una pietra di inciampo verrà messa a Milano, in Viale Bianca Maria 21 davanti alla residenza della sig.a CORINNA CORINALDI, cittadina italiana di origine ebraica sposata con Ulderico Segre, arrestata alla frontiera italo–svizzera il 13/12/1943, deportata e uccisa ad Auschwitz.

La vicenda di Corinna Corinaldi è strettamente connessa con il territorio comasco. Nel 1937 Corinna affittò un appartamento a Cernobbio nella villa Torriani. Era consuetudine per le facoltose famiglie milanesi avere una casa di vacanza sul lago. Nonostante le leggi razziali che dal 1938 funestarono la storia di questo Paese ad opera del regime fascista, l’appartamento di Cernobbio fu luogo lieto per Corinna e per i suoi familiari. Con la guerra divenne residenza abituale al riparo dai bombardamenti che colpirono pesantemente Milano e costrinsero alla fuga dalla metropoli centinaia di migliaia di cittadini. Una parte consistente degli sfollati trovò rifugio nella provincia comasca, tanto da raddoppiarne il numero di abitanti.

Dopo l’occupazione tedesca nel settembre 1943 e la nascita della repubblica Sociale al servizio degli occupanti di cui condivise la politica razziale, in Italia la situazione per gli ebrei si fece drammatica. Anche a Cernobbio, dove avevano preso sede importanti presidi tedeschi, i perseguitati dai nazifascisti temevano per la loro vita.

Lella Polacco con la madre Claudia, Cernobbio 1943

La vicinanza del confine con la Svizzera favorì in quel periodo un afflusso di quanti cercavano la salvezza attraverso i sentieri del monte Bisbino, sulle tradizionali vie del contrabbando. Con l’aiuto dei signori Torriani che organizzarono la loro fuga con persone del luogo anche Claudia Segre Polacco, figlia di Corinna, attraversò il confine nei pressi di Sagno con la figlioletta Lella di 7 anni e mezzo il 12 novembre 1943. Raggiungendo così i fratelli Sergio, Giuliano e Diego Segre, precedentemente espatriati.

Successivamente anche Corinna tentò di raggiungere la salvezza in Svizzera, ma fu arrestata il 12 dicembre 1943 in Valtellina dai militi fascisti con il figlio Uberto; incarcerata a Como e successivamente a Fossoli (Modena). Uberto venne invece liberato. Corinna fu deportata il 22 febbraio 1944 con oltre 600 ebrei fra i quali Primo Levi. Ad Auschwitz non superò la selezione e finì nella camera a gas lo stesso giorno dell’arrivo, il 26 febbraio 1944. Solo 24 deportati del convoglio sopravvissero.

In occasione della cerimonia commemorativa si ritroveranno parenti provenienti da varie parti del mondo, tra cui la nipote Lella Alberg Polacco, la bambina che si salvò con la madre attraverso il Bisbino, che attualmente vive in Inghilterra.

Il 14 gennaio 2020 alle ore 11 sarà anche l’occasione per Lella Polacco di portare agli studenti della scuola Media Don Luigi Marmori di Cernobbio, la sua testimonianza sulla persecuzione razziale, sulla fuga e sulle dure condizioni dell’internamento in Svizzera.

In quel terribile 1943 Lella non ebbe modo di frequentare le scuole pubbliche, ma ricevette lezioni private dalla maestra Catelli in compagnia di Diego Torriani e di Fiammetta Lang che saranno presenti all’incontro con gli studenti.

Prof. Valter Merazzi

Presidente Centro studi “Schiavi di Hitler”

Il Centro studi Schiavi di Hitler si occupa, da oltre vent’anni, delle vittime del nazifascismo con la ricerca, attraverso mostre, convegni, conferenze, raccolta di videotestimonianze e promuovendone la Memoria con iniziative pubbliche e scolastiche, favorendone il radicamento attraverso segni tangibili, quali la medaglia d’onore concessa ai deportati, la targa agli schiavi di Hitler a Como e Cernobbio, la posa di pietre d’inciampo a ricordo di quanti furono perseguitati per la loro razza o perché si opposero, a prezzo della vita, ai nazifascisti per garantire la loro e la nostra libertà. www.schiavidihitler.it – www.schiavidi hitler.org

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